Per arrivare ai Musei Vaticani, prima meta dell'itinerario, dovrete uscire dal cancello esterno della Casetta delle Fiabe e andare a destra. Percorrere qualche minuto a piedi fino ad arrivare alla stazione del treno metropolitano Olgiata, linea FL3 (consulta qui la mappa degli orari o cercate direttamente sul sito di trenitalia.com, inserendo "Olgiata" come stazione di partenza e "Valle Aurelia" come stazione di arrivo). Preso il treno dovrete scendere alla stazione Valle Aurelia e prendere il bus 495 alla fermata Emo/Di Bartolo. Dopo 3 soste scendere alla fermata Emo e fare circa 400 metri a piedi fino ai Musei Vaticani.

Nel caso abbiate già vistitato i musei Vaticani o abbiate in programma di farlo un altro giorno, potete passare direttamente al luogo d'interesse successivo, il B. Gallerie Nazionali di Arte Antica - Galleria Corsini. Con il treno metropolitano non scendete alla stazione Valle Aurelia, ma Roma Trastevere. All'uscita della stazione prendete il tram o bus 8 in direzione Piazza Venezia e scendete dopo 6 fermate a Piazza Gioacchino Belli. Seguite il fiume Tevere sulla sinistra per 800 metri, attraverso via di Santa Dorotea fino a Via della Lungara 10, sede della Galleria Orsini.

Itinerario del Caravaggio

Luoghi principali dell'itinerario

A. Musei Vaticani

B. Gallerie Nazionali di Arte Antica - Galleria Corsini

C. Basilica di Sant’Agostino

D. Chiesa di San Luigi dei Francesi

E. Musei Capitolini

F. Galleria Doria Pamphilj

G. Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini

H. Galleria Borghese

I. Basilica di Santa Maria del Popolo

Puoi seguirlo qui con Google Maps

A. Musei Vaticani

I Musei Vaticani conservano un’unica opera del Caravaggio, ma estremamente significativa: la “Deposizione di Cristo” (1602-4).

Questa fu una delle poche a ricevere fin da subito consensi unanimi, probabilmente grazie all’impostazione classica che Caravaggio volle conferirgli.

Il gruppo di figure si dispone sopra la lastra sepolcrale che, con il suo spigolo sporgente, conferisce tridimensionalità all’intera scena. Tutti i personaggi sono raffigurati con estremo naturalismo, tipico della maniera lombarda: il corpo di Cristo è livido, il volto di Nicodemo rugoso, quelli delle pie donne stravolti dal dolore.

B. Gallerie Nazionali di Arte Antica - Galleria Corsini

Nella Galleria potrai ammirare una ulteriore versione del “S. Giovanni Battista“: il Santo emerge dall’oscurità con il biancore del suo corpo, avvolto in un mantello purpureo; il volto è nascosto dalla posa scorciata adottata.

C. Basilica di Sant’Agostino

Alla fine di Corso Rinascimento, dalla parte di Piazza delle Cinque Lune, è la Chiesa di Sant’Agostino:

qui, la “Madonna dei Pellegrini” (1604-6) è conservata nella prima cappella a sinistra, proprio vicino all’ingresso.

La curiosità di questo quadro è data dal volto della Madonna che viene “preso in prestito” da Lena Antognetti, una famosa cortigiana dell’epoca.

Ai piedi della Madonna troviamo i due viandanti che, in un intento di assoluta aderenza al vero, sono rappresentati lerci e con le gambe mezze nude in primo piano.

D. Chiesa di San Luigi dei Francesi

La Chiesa San Luigi dei Francesi è poco distante da Piazza Navona, dalle parti di Corso Rinascimento.

Una volta entrato, percorri tutta la navata di sinistra e, proprio in fondo, nella Cappella Contarelli, si apriranno davanti ai tuoi occhi tre meraviglie:

  • la “Vocazione di San Matteo”;
  • il “Martirio di San Matteo”;
  • e “S. Matteo e l’Angelo”.

Caravaggio riuscì ad ottenere questa commissione poco più che ventenne, a seguito di un rifiuto a proseguire la decorazione da parte del Cavalier d’Arpino, presso la cui bottega l’artista s’era “applicato a dipinger fiori e frutta“.

Caravaggio realizzò dapprima le tele laterali (1599-1600).

Nella Vocazione (la tela di sinistra), viene rappresentato il momento della “chiamata di S. Matteo da parte del Cristo: l’artista cala la scena nel suo tempo, in quanto vediamo i gabellieri vestiti secondo la moda del seicento.

A rendere suggestiva la scena è il fascio di luce proveniente dall’alto che, quasi sfiorando la mano del Cristo, giunge ad illuminare il destinatario di quell’ “indice puntato“:

si tratta infatti non di luce naturalistica ma di luce “divina”.

Nel Martirio (la tela centrale) la composizione fa perno sulla figura del carnefice, che si prepara alla stoccata finale sul Santo, disteso ai suoi piedi, mentre un angelo accorre a porgere la palma del martirio.

Infine, per quanto riguarda la tela centrale, il S. Matteo e l’Angelo (la tela di destra), quella che vediamo oggi è la seconda versione che Caravaggio rappresentò:

la prima versione fu infatti rifiutata, in quanto mostrava il Santo come fosse un analfabeta, “co’ i piedi rozzamente esposti al popolo”, e l’Angelo a guidargli la mano poiché quasi incapace di scrivere.

Questa seconda versione è invece più composta, nonostante venga mantenuto il contrasto fra la figura di San Matteo, “umano troppo umano“, e quella dell’angelo, realizzato secondo i canoni Manieristici.

E. Musei Capitolini

I temi di entrambi i quadri presenti in Pinacoteca Capitolina, la “Buona Ventura” (1593-4) e il  “S. Giovanni Battista” (1602), furono da Caravaggio affrontati più volte.

Della prima opera è interessante il gioco di sguardi che l’artista crea fra le due figure: si tratta di una zingara che, mentre finge di leggere la mano ad un ingenuo giovanotto della classe abbiente, con un gesto astuto gli sfila l’anello dal dito.

La seconda opera, come già detto, è copia praticamente identica di quella conservata in Galleria Doria Pamphilj.

 

F. Galleria Doria Pamphilj

Muovendo da Piazza del Popolo verso Piazza Venezia, quasi alla fine di Via del Corso incontrerai sulla destra la Galleria Doria Pamphilj, dentro cui potrai fare un bel tris in quanto la Galleria ospita ben 3 opere del Caravaggio:

  • la “Maddalena Penitente” (1595 ca.),
  • il “Riposo durante la Fuga in Egitto” (1595 ca.)
  • e una delle due versioni identiche del “S. Giovanni Battista” (1602).

Nella prima opera, il tema religioso è rappresentato in chiave domestica, con la Maddalena contrita al centro di uno spazio vuoto, che ha appena abbandonato a terra una collana di perle e dei monili, come segno del suo abbandono della vita mondana.

La seconda opera rappresenta un vero e proprio capolavoro della fase giovanile:

lo spazio è infatti organizzato in maniera del tutto originale, con i due gruppi di figure (S. Giuseppe da una parte e la Vergine col Bambino dall’altra) raccordati attraverso la figura centrale dell’Angelo, rappresentato di spalle; quest’ultimo suona al violino le note del Cantico dei Cantici, il cui spartito è tenuto aperto da Giuseppe.

Infine, del S. Giovanni Battista vedremo entrambe le versioni, poiché la seconda è conservata ai Musei Capitolini: la posa del Santo è derivativa di quella degli Ignudi michelangioleschi in Cappella Sistina, ma la figura acquista un volume maggiore grazie ai giochi chiaroscurali.

G. Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini

Una volta che varcherai le porte di Palazzo Barberini, potrai ammirare un’opera che fu ampiamente presa a modello dai successivi “caravaggeschi“, prima fra tutti Artemisia Gentileschi: stiamo parlando di “Giuditta e Oloferne” (1599).

Il dipinto è in grado di restituire i “moti dell’anima” che smuovono i personaggi rappresentati:

Oloferne mostra una smorfia di estremo dolore ed il corpo è contratto dalla tensione provocata dallo stesso.

Giuditta sembra invece adempiere al suo compito con sdegno e riluttanza; alla sua giovanile bellezza, fa da contraltare il volto rugoso dell’ancella, anche lei partecipe emotivamente al barbaro evento.

Sempre nel Palazzo Barberini troviamo una delle opere più suggestive di Caravaggio:

un “Narciso” (1599) che, specchiandosi su di una superficie d’acqua, ne coglie la sua immagine riflessa. Una curiosità è data dal formato della tela è tale da creare una rappresentazione quasi perfettamente doppia.

H. Galleria Borghese

La Galleria Borghese raccoglie il gruppo maggiore di opere del Caravaggio a Roma.

Fra le opere giovanili del pittore, semplicemente magnifici il “Fanciullo con Canestra di frutta” e il “Bacchino Malato” (1593-4).

Della prima opera colpisce la cura del dettaglio, nel raffigurare la “natura morta” che il giovane tiene in mano (si veda ad esempio la spaccatura sanguigna del fico maturo o la resa delle foglie, talvolta ingiallite altre butterate).

Del Bacchino Malato, si dice possa essere un autoritratto di Caravaggio, deciso a raffigurarsi durante un periodo di malattia.

Fra le opere del Caravaggio del periodo più maturo, qui potrai ammirare in particolar modo la “Madonna dei Palafrenieri” (1605-6) e “Davide con la Testa di Golia” (1609-10).

Nella Madonna dei Palafrenieri, riconosciamo ancora una  volta Lena Antognetti nel volto della Madonna;

Nel Davide con la Testa di Golia, si è invece voluto identificare ancora una volta lo stesso artista nelle fattezze del Golia, avvalorando una lettura della stessa in chiave psicoanalitica (siamo negli anni della condanna a morte dell’artista, che tuttavia si diede alla fuga).

 

Fanciullo con Canestra di frutta

Bacchino Malato

Madonna dei Palafrenieri

Davide con la Testa di Golia

San Girolamo Scrivente

I. Basilica di Santa Maria del Popolo

Basilica Santa Maria del Popolo si trova facilmente, in quanto si trova proprio su Piazza del Popolo, nei pressi della Porta che si apre sulle Mura Aureliane.

La Cappella Cerasi si apre sul transetto, e qui sono esposte le opere del Caravaggio:

  • “Conversione di S. Paolo” (1660-1),
  • e “Crocifissione di S. Pietro” (1600-1).

Nella prima S. Paolo è rappresentato disteso a terra, in posizione scorciata, ai piedi del cavallo, in quanto caduto nel momento in cui viene colpito dalla “luce fortissima della rivelazione“: l’evento divino viene totalmente “interiorizzato“, ancora una volta grazie all’utilizzo di una luce simbolica.

A questo punto, per ritornare alla Casetta delle Fiabe, dovrete superare le mura da Piazza del Popolo la Porta del Popolo e, in Piazzale Flaminio, prendere la metro linea A direzione Battistini, per scendere a Valle Aurelia, punto di scambio con il treno metropolitano (consulta qui la tabella oraria o cercate direttamente sul sito di trenitalia.com, inserendo "Valle Aurelia" come stazione di partenza e "Olgiata" come stazione di arrivo). Prendete il treno metropolitano in direzione Cesano-Viterbo e scendete alla stazione Olgiata. Pochi minuti a piedi e sarete tornati al vostro alloggio. Tutto ciò con un unico biglietto.

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